Le classi terze “rivivono” la Pasqua ebraica
Nella penombra gli alunni vengono invitati ad entrare in silenzio.
Arrivano, le bambine con in mano la loro “menorah”, e i bambini con le loro “kippa” in testa.
E’ bellissimo vederli entrare a bocca aperta, stupiti davanti a questa tavolata, con sottofondo di musica ebraica che li aspetta, le luci di lumini e candelabro che brillano.
Si vede, sono emozionati, mentre fanno il giro dei tavoli senza fiatare.
E’ così che inizia, nelle nostre classi terze della scuola Primaria, la festa di Pesach.
Tutto comincia qualche mese prima. Viene infatti predisposto un percorso in diverse tappe, partendo dall’accostamento ad alcuni brani biblici, e continuando con la visione di un film adatto, schede, lavori in gruppo, costruzione di cartelloni e oggetti particolari, attività di canto e danza, realizzazione di un articolo per il giornalino scolastico, attività di verifica.
Il punto culminante è dato dalla preparazione della cena pasquale ebraica, allestita in palestra, con la presenza di bambini, insegnanti e rappresentanti dei genitori. La veglia di Pasqua ruota attorno al racconto del libro dell'Esodo in cui è narrato il passaggio del popolo d’Israele dalla schiavitù egizia alla libertà.
Da generazioni innumerevoli, per Israele il momento privilegiato per passare la fede è la notte in cui il capofamiglia narra l’Haggadà di Pesach ai bambini. E’ ciò che ci apprestiamo a vivere anche noi.
La “festa” non prevede soltanto il racconto degli eventi, ma anche la spiegazione dei cibi particolari che vengono poi assaggiati (naturalmente abbiamo delle regole precise da rispettare, siamo a scuola: niente cibi preparati da casa, ma solo confezionati.
Ecco perché tutto è acquistato in negozio e ci sono alcune variazioni nei cibi e si conclude con canti ebraici e danze.
Gli alunni rispondono con molto entusiasmo! Sono circa 15 anni consecutivi che viene proposta la realizzazione della Pasqua ebraica, e tutti gli anni è sempre un successo! Non si può descrivere ciò che abbiamo sempre la fortuna di guardare e toccare. Bisogna sperimentarlo di persona e vedere “con gli occhi del cuore”, come insegniamo loro a fare, i sorrisi gli sguardi le risate le danze le mangiate le domande i pasticci le parole gli abbracci…
Sarebbe bello poter aggiungere, oltre alle foto, i tanti disegni, i commenti ‐ buffi, significativi, toccanti ‐ fatti dai bambini. Ma non è possibile mettere tutto. Vorremmo comunque che "passasse" la ricchezza di questa esperienza particolare realizzata a scuola, fatta di tanto impegno, tanto entusiasmo e amore per i bambini.
Quando, più avanti, gli alunni si accosteranno allo studio delle grandi religioni, tra cui l’Ebraismo, o quando si avrà l’occasione di parlare della Shoah, le riflessioni si inseriranno in un tessuto in cui è già presente, almeno in parte, la conoscenza del popolo ebraico con la sua storia, la sua fede, la sua memoria e le sue feste. Un popolo che avranno già imparato a conoscere e rispettare.
“L’anno prossimo… a Gerusalemme!”
Così si salutano oggi gli Ebrei a conclusione della Cena Pasquale, col desiderio di celebrarla nella loro città santa per eccellenza. Così anche noi abbiamo detto tutti in coro al termine della nostra festa.
A tutti ‐ insegnanti, alunni, genitori ‐ auguriamo di poter sperimentare una Scuola capace di promuovere apprendimento suscitando anche entusiasmo e coinvolgimento.
E’ un’utopia, un sogno? E chi potrebbe far smettere all’uomo di sognare? Forse Dio, che ha creato il suo cuore per l’Eternità?
A noi insegnanti auguriamo, negli anni a venire, di lavorare sempre meglio; di continuare, anche, ad imparare; di trasmettere ai bambini, e a chiunque ci stia accanto, entusiasmo, e di riceverne di rimando, sicuramente, anche da loro.
Le insegnanti
Maria Antonietta Benedettelli
Ludovica Lucini
Elisabetta Casazza
Pubblicato il 31-05-2018